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La magia del mare di Levanzo

La magia del mare di Levanzo

Spesso la magia del momento in cui si scatta una foto la si rivive quando dopo tanto tempo si ritrovano quelle foto! chiunque ha la passione della Fotografia forse sa che poche cose sono controverse quanto guardare le proprie fotografie solo poco tempo dopo averle scattate e aver vissuto quei momenti.

Ed eccomi qua a mesi di distanza a pubblicare le foto dei magnifici giorni trascorsi a Levanzo nelle isole Egadi lo scorso Agosto. Proprio oggi la trasmissione televisiva LineaBlu mi ha riportato alla mente la magia di quei luoghi e l’unicità di quella piccola isoletta così distante dalle abitudini dei giorni d’oggi. (Per chi volesse tutta la puntata la trovate QUI).

La Sicilia, Le Egadi, Levanzo… Terre di colori, sapori, odori e sopratutto persone meravigliose! a tanti mesi di distanza e dai piedi delle alpi un abbraccio ed un a presto rivederci, chissà…

Sperando che vi piacciano… eccovi la piccola e bellissima Levanzo

Levanzo – Isole Egadi

 

Napoli al tempo dell’America’s Cup

Napoli al tempo dell’America’s Cup

Sarà che a parlar male di Napoli son bravi tutti, ma quanto è vero che poi la apprezzi davvero solo quando, una volta lasciata… ci ritorni.
E, proprio in occasione del mio primo ritorno a Napoli dopo “l’emigrazione”, che in aereo ho trovato l’articolo che vi ripropongo qui di seguito. Probabilmente da napoletano che quei luoghi, odori e sapori li conosce, ho ritrovato in queste righe riassunta l’essenza della bellezza di Napoli, che con i suoi mille problemi e contraddizioni resta un luogo in cui, dopotutto… non puoi non lasciarci il cuore.
Un pensiero a chi combatte per Napoli, e un invito per chi non la conosce ad innamorarsene.

Colgo anche l’occasione per pubblicare in anteprima alcune delle foto scattate Sabato 20 Aprile

Buona lettura…

Naples Gulf During America's Cup 2013

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Il mare è innamorato di Napoli. Un amore che dura da millenni, quanto è antica la città; un amore geloso e contrastato, goloso e conoscitore. Lo capisci camminando per quella terrazza sul golfo che è via Caracciolo, restituita da poco all’arte perduta delle passeggiate, tra l’acqua e la Villa Comunale; sbucando da un vicolo scuro di Chiaia per essere abbagliato dal riverbero; in alto, cercando l’azzurro del Tirreno tra il verde nel parco Grifeo. Il mare, a Napoli, ha imparato mille trucchi per continuare a stupire. E Napoli ne conosce altrettanti per irretire il mare.

Così, puoi averlo visto in centinaia di fotografie, di stampe, di acquerelli, di pitture a olio, in ampie vedute o negli scorci dei paesaggisti, e sorgere tra gli inchiostri di un portolano, dietro il fregio di una coda di sirena. Puoi averlo guardato dal vero e da vicino, sul piccolo villaggio nell’isolotto di tufo di Megaride, accanto ai bastioni quasi materni di Castel dell’Ovo; a precipizio dagli spalti di Castel Sant’Elmo, o disteso verso l’orizzonte dai bordi altoborghesi di via Petrarca. Il golfo di Napoli è probabilmente lo specchio d’acqua più conosciuto, ritratto e rappresentato del pianeta, che sia una quinta teatrale anonima o una tela intrisa di romanticismo di Anton Pitloo, l’olandese stregato dalla luce di Posillipo. Eppure riesce a meravigliare, ogni volta.

Il prossimo spettacolo collettivo sul palcoscenico del mare del golfo sarà la serie di regate, che avranno il culmine nelle World Series dell’Americas Cup, a metà aprile. È la seconda volta consecutiva che i bolidi a vela della Coppa America tornano a sfilare davanti al lungomare di via Caracciolo.

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Lo scorso anno accorse a vederli mezzo milione di spettatori. Napoli, come un teatro marino, ha platee, palchi, loggioni. Dai terrazzi delle case di Chiaia agli spalti del lungomare e nel percorso che sale a Posillipo; dalle suites d’albergo alle sdraio dei circoli velici storici partenopei. Questi ultimi hanno aperto per l’occasione i loro cancelli a chiunque sia socio di un club di vela, di ogni parte del mondo. Inoltre, quest’anno, gli otto circoli storici hanno organizzato una doppia regata d’apertura il 13 aprile e il 14 aprile: il trofeo Grande Vela, su un campo di regata che arriva fino a Pozzuoli. Poi, dal 16 al 21, su un percorso più breve, in pratica davanti al Lungomare Caracciolo, si sfideranno i catamarani dell’America’s Cup, che eseguiranno virate e strambate a pochi metri dalla riva. Uno spettacolo ravvicinato, la topografia della città permette di assistere alle regate con i “piedi nell’acqua”. I napoletani sono abituati a vivere con il Tirreno sull’uscio di casa. Lo respirano. Lo usano. Che sia per andare a pescare o per una gita alle isole. Totò, nella sua parte di “imperatore di Capri”, saltava su un motoscafo per sbarcare in un attimo, avventurosamente, a Marina Grande. Lo scrittore Raffaele La Capria si tuffava ad angelo dal balcone di palazzo Donn’Anna, a Posillipo. Giuseppe Marotta lo chiamava un “mare domestico che sente d’alga e di sale come nessun altro mare”. L’odore del mare ti segue dappertutto a Napoli, anche quando non lo vedi. T’inebria a via Partenope e si fa denso nei “quartieri”, ti coglie di sorpresa e ti stordisce, a zaffate, perfino nel brulichio di San Biagio dei Librai e di via dei Tribunali.

E una simbiosi. Napoli sull’acqua c’è nata. Il primo insediamento dei coloni greci è stato probabilmente l’isolotto di tufo di Megaride. Più tardi, in epoca romana, il patrizio Licinio Lucullo vi fece costruire una villa nei cui giardini piantò alberi di pesco fatti venire dalla Persia e alberi di ciliegio da Cerasunto. I napoletani, sedotti, cominciavano a sedurre il mare. Più tardi la villa divenne Castel dell’Ovo, fatto di torri normanne, prigioni sveve, stanze del tesoro angioine, rifacimenti borbonici. Secondo una leggenda custodirebbe un uovo posto al suo interno da un Virgilio mago, oltre che poeta. Se l’uovo venisse sottratto, la città sarebbe colpita da rovina. Sembra che l’antichissimo castello ancora lo covi, quell’uovo misterioso. Sull’isola c’è anche l’aristocratico Circolo Savoia, il più prestigioso club velico della città, insieme al Circolo Italia: è nato accanto alla fornace della bottega di un fabbro; alle prime uscite, gli equipaggi venivano coperti dalle ceneri del mantice, una storia tutta napoletana, che mischia popolo e nobiltà. Sono a pochi metri dal mare, anche se il mare s’intuisce solo, la scenografia perfetta di piazza Plebiscito e il teatro San Carlo, il più antico teatro d’opera d’Europa, che abbagliò Stendhal.

E Chiaia, che una volta era una spiaggia, anche nel nome (viene da playa, spiaggia in spagnolo), oggi è il “salotto buono” di Napoli, con i magnifici palazzi fatti costruire dal ’600 alla fine dell’800 dall’aristocrazia come residenza estiva. In uno di questi (oggi palazzo Ruffo della Scaletta, sede del Goethe Institut), il cardinale Tiberio Carafa allestì un giardino zoologico, con tanto di bestie feroci. E poi: il rosso pompeiano della facciata di palazzo Caracciolo di San Teodoro, le torrette del palazzo Caravita di Sirignano, la mole di palazzo Ravaschieri, alleggerita dai busti che sbirciano dai timpani sopra le finestre. Palazzo Carafa della Roccella oggi ospita il Pan, uno dei poli delle arti, insieme al museo Madre. Si esce da una mostra e non si può evitare – anche a costo della fila – di prendere una pizzetta nel vicino bar Moccia – sono le più gustose di Napoli. E quindi del mondo. Di sera il quartiere si anima in una festa itinerante, dai baretti di Vico Belledonne agli aperitivi gremiti del Clu di via Poerio. La notte si allunga sulla costa fino al Teatro Posillipo, versione contemporanea di un café chantant, dove si balla con musica dal vivo fino a tardi. Il mare corteggia Napoli e la consuma. E sempre stato un amore difficile. Basta scorrere la storia remota e recente della città. Basta ricordare il furore (pure innamorato) del titolo di un libro famoso di Anna Maria Ortese: Il mare

Luna Rossa e Castel dell'ovo

non bagna Napoli. Ma è stato un amore felice. Basta cercare, nella memoria, una delle mille canzoni di Napoli.

Il mare, tra un verso e una nota, c’è quasi sempre. No, il mare non bagna Napoli: la morde e la bacia. Scava nicchie nell’immaginazione. A Mergellina, dove il suo sentore di-venta quasi commestibile, tra le fontane e le rampe. Nel borgo di Marechiaro, dove regna la calma piatta, protetti dallo scoglione; dove la luna fa venire voglia anche ai pesci di fare all’amore, come dice una delle ballate più ispirate di Salvatore di Giacomo. Dalle scale e dai ristoranti, la vista sul golfo è struggente. Come lo è la salita al promontorio di Posillipo: quartieri alti e pini svettanti, ville fin de siècle e le rovine della villa imperiale di Pausilypon: il golfo da qui sembra chinarsi sul Tirreno in un abbraccio. Da questo panorama, all’inizio dell’800, è nata un’intera scuola di pittura. Il mare bacia Napoli, la consuma. E mentre la consuma, la crea.

Fonte: (Alitalia ULISSE Magazine Aprile 2013) di Stefano Piraghi

“Da uno sgabuzzino… al Mare”

“Da uno sgabuzzino… al Mare”

Dopo il bell’articolo dedicato al raid di gommoni smontabili in costiera amalfitana del 20 Ottobre scorso, la rivista Il Gommone ha deciso di dedicare nuovamente alcune sue pagine alle mie avventure nautiche e non…

Copertina Il Gommone num 317

Nel numero 317 di Aprile 2013 della rivista, infatti, troverete un mio articolo in cui cerco di raccontare tutta l’avventura di restauro dell’ormai mitico Pirelli Laros 30, ritrovato in uno stato di abbandono completo lo scorso settembre, e rimesso in sesto proprio in vista di quella che fu la magnifica giornata in costiera.

"Da uno Sgabuzzino... al Mare"

Questo pensiero, oltre che per invitare chiunque leggesse queste pagine a comprare la rivista, anche per ringraziare di cuore le squisite persone della redazione che hanno con entusiasmo raccolto le mie idee e trasformate in quello, che secondo me, è un bellissimo risultato.
Insomma, non mi resta che augurarvi buona lettura, e perchè no… arrivederci sulle pagine de “Il Gommone”

Marco Bevilacqua

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Traversata in Gommone nei mari della Costiera Amalfitana

Traversata in Gommone nei mari della Costiera Amalfitana

Sono passati ormai quasi due mesi da quando ho ritrovato, quasi per caso il mio vecchio ed amato gommone Pirelli Laros 30, che mi ha accompagnato per tanti anni in infanzia, e poi è stato un po trascurato ma mai dimenticato.
Ritrovato in condizioni tremende dopo anni di incuria, ho pensato di portarlo a casa per cominciare un trattamento di ripristino che alla fine si è avvicinato più ad un restauro.
Contemporaneamente, oltre al gommone mi è venuta la curiosità di indagare sulle condizioni del motore fuoribordo che lo ha equipaggiato per anni, un Selva S260 15cv.

è cominciata così una avventura di ripristino durata più di un mese…

ed è qui che interviene il fatidico invito a partecipare ad una giornata con gommoni smontabili organizzata in costiera amalfitana, l’invito e l’organizzazione ad opera di una comunità di appassionati (Gommoniemotori.com) che mi ha coinvolto in questa magnifica iniziativa, che poi è stata fissata per il 20 ottobre. A quel punto un ulteriore incentivo a terminare il lavoro in tempo per quella data.Gommone Laros Pirelli 30 e Motore Fuoribordo Selva 15

e alla fine…

Ecco che il vecchio Laros torna a prendere forma e funzionalità, mentre dopo un radicale smontaggio e revisione, anche il Selva riprende a girare senza problemi, ma il varo a mare è sempre tutta un’altra cosa…

così è allora che tutto è pronto per partecipare all’uscita organizzata per il 20 ottobre.

l’itinerario prevede una bella traversata che copre quasi tutta la costiera amalfitana, da Vietri sul Mare a Positano e ritorno, con sosta pranzo sulla spiaggia di Atrani.
Sicuramente una prova impegnativa per un gommone d’epoca e per un motore che è stato quasi dieci anni fermo.

Itinerario Costiera Amalfitana 20/10/2012

Tutto pronto per la partenza… appuntamento a Vietri alle 8:00 per montare i Gommoni e partire alla volta di Positano.

in totale ci sono 5 gommoni smontabili

Callegari 310 motorizzato con un Mercury 6cv 4T
Mar Sea 350 motorizzato con un Johnson 15cv 2T
Marshall 400 motorizzato con un Johnson 15cv 2T
Yam 360 motorizzato con uno Yamaha 15cv 2T
ed infine il mio Laros Pirelli 30 motorizzato con un Selva 15cv 2TLaros Pirelli 30 sulla spiaggia di Vietri

inoltre sono presenti all’evento anche gommoni più grandi che oltre che ospitare altri amici sprovvisti di gommone, ci fanno da Tutor in caso di guasti o problemi (come purtroppo è capiato allo Yamaha 15cv che è stato trainato al porto di salerno causa rottura parastrappi dell’elica).

Insomma, si parte…

Non sarebbe potuta capitare giornata più bella!! il mare è letteralmente una tavola, il sole picchia come se fosse agosto, ma a mare non c’è nessuno! Tutta la costiera per noi…

A causa di un po di ritardo in partenza, ci avviamo alla volta di positano solo verso le 11.00, le eccezionali condizioni del mare ci permettono di viaggiare abbastanza velocemente senza imprevisti!

Laros Pirelli 30 in Navigazione

cosicchè alle 12:45 circa abbiamo anche il tempo per un bel bagno che grazie alla caldissima giornata è stato piacevolissimo!

alle 13:00 circa arrivo a positano per una passeggiata e sgranchita di gambe con i gommoni ancorati a poche decine di metri dalla spiaggia!

poco dopo ci rimettiamo in navigazione per dirigerci ad Atrani dove il ristorante ci attendeva, un ottimo pranzo a base di pesce per le circa 20 persone che hanno partecipato a questa bella giornata!

Il rientro, con il sole alle spalle… passeggiando sottocosta è stato qualcosa di meraviglioso, il mare sempre calmissimo ci ha riaccompagnato a Vietri, quando dopo il tramondo abbiamo alato i gommoni e abbiamo cominciato tutte le operazioni di smontaggio.

Ovviamente, impossibile terminare una giornata così senza ringraziare tutti i partecipanti per la simpatia e l’entusiasmo con cui hanno organizzato e contribuito a realizzare questa giornata!

un grazie ovviamente anche al tempo, che ci ha permesso di godere a pieno della meravigliosa costiera Amalfitana… Meravigliosa da mare più che mai!

e un grazie al mio vecchio Pirelli Laros e al Selva che senza esitare un istante ci hanno accompagnato perfettamente in questa passeggiata!!

 

Pirelli Laros 30 e Selva 15

 

Altri Video :

VIDEO 1

VIDEO 2

VIDEO 3

VIDEO 4

Fuoribordo Whitehead W12 – Libretto di Uso e Manutenzione

Fuoribordo Whitehead W12 – Libretto di Uso e Manutenzione

Probabilmente non molti ricorderanno, oppure conosceranno proprio il nome di questo motore fuoribordo, e chi lo ricorda, probabilmente è per le sue sventure e per la cronica inaffidabilità!
Fatto sta che a dispetto dell’anglosassone nome… questo motore era italianissimo, nel progetto, nella realizzazione e purtroppo in quello che fu anche il suo fallimento.

Nato agli inizi degli anni ’70 con grandi ambizioni voleva essere un prodotto semplice ed essenziale, ma al tempo stesso affidabile e leggero! con l’obbiettivo di entrare a far parte dell’olimpo dei fuoribordo come il famoso e celebrato Seagull…
Fu prodotto negli anni in tre modelli differenti, da 6,12 e 24HP, già la scelta del taglio di potenze era quantomai particolare.

Senza dilungarmi adesso, vi dirò che ho uno di questi esemplari in garage, e quest’estate chiacchierando mi è tornato alla memoria questo sfortunato motore, che è stato anche protagonista di divertenti e quantomai roccambolesche avventure della mia infanzia.
Magari quando avrò un po di tempo cercherò di metter giù due righe e ricomporre la storia di questo sconosciuto e curioso marchio.

Dopo aver ritrovato questo reperto di archeologia nautica, sto valutando l’idea di rimetterlo in sesto completamente…

E’ bastata una pulita al carburatore e alle candele e…
dopo 20 anni è ripartito senza grosse esitazioni.

in attesa di ulteriori sviluppi del lavoro di resurrezione (ripristino pompa dell’acqua e del carburante).

Ho pensato di dare una rinfrescata e digitalizzare anche il libretto di uso e manutenzione che qualcuno prima di me ha conservato scrupolosamente. Oltre che un tributo a questo controverso fuoribordo, potrebbe essere una utile risorsa a chi, come me, volesse imbarcarsi in un lavoro di restauro di questi vecchi dinosauri, purtroppo non ci sono molti dettagli tecnici, ma può sempre essere bello conservare questi documenti, magari così se ne conserverà meglio la memoria.

DOWNLOAD – MotoreWhitehead W12 [Uso e Manutenzione]